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Un nuovo scoglio nella lotta contro l’Arresto cardiaco improvviso

Per chi a vario titolo opera nel settore della formazione sanitaria rivolta alla popolazione, l’anno 2020 già fortemente funestato dalla pandemia, si chiude con un’inaspettata sentenza del Consiglio di Stato che rappresenta un nuovo ostacolo (l’ennesimo) allo spirito di diffusione della cultura del primo soccorso. Disposizioni che se venissero adottate anche in altre Regioni, porterebbero ad un evitabile generale rallentamento del processo di addestramento dei soccorritori occasionali, i quali come è noto rappresentano nella gestione del primo soccorso i primi 3 anelli della catena della sopravvivenza, elementi fondamentali per ridurre il numero dei decessi per arresto cardiaco improvviso, oggi in Italia stimati in circa 200 casi al giorno.

Il riferimento a quanto finora esposto è rivolto alla domanda di legittimità presentata al Consiglio di Stato da una nota associazione di medici e infermieri attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare (RCP) intra ed extraospedaliera.

Oggetto della contesa è il nuovo regolamento della Regione Puglia per la formazione del personale non sanitario all’utilizzo defibrillatore semiautomatico esterno (DAE), che prevede al termine del corso BLSD organizzato dal Centro di Formazione accreditato, lo svolgimento della prova di idoneità finale con la presenza di istruttori o delegati della Centrale Operativa 118 o della ASL.

In buona sostanza, la Regione Puglia ha ritenuto non sufficiente la valutazione di idoneità effettuata al termine del corso BLSD da parte dell’Istruttore del Centro di formazione accreditato, prova regolarmente riconosciuta (per il momento) nei corsi organizzati nelle altre Regioni d’Italia, obbligando così i discenti a recarsi presso le sedi del 118 o comunque rivolgersi ai propri delegati per sottoporsi alla sessione pratica al fine di essere esaminati ed ottenere l’autorizzazione all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico, con il conseguente ulteriore aggravio di tempo e costi.

Queste le motivazioni messe in discussione che hanno inizialmente portato la questione in discussione al TAR, il quale ha dato sostanzialmente ragione alla Regione Puglia, per poi approdare al Consiglio di Stato, che in data 28 dicembre 2020, con sentenza della sez. III n. 8431 – Pres. Garofoli, Est. Cogliani, ha di fatto confermato la sentenza del TAR, sostenendo che:

“..La contestata disposizione, peraltro, non preclude affatto l’operatività di una molteplicità di soggetti attivi nel campo della formazione sul territorio regionale in una prospettiva di sussidiarietà orizzontale, essendo solo diretta che sia assicurato un controllo circa la reale acquisizione, all’esito dei corsi di formazione, di effettive competenze, certo necessarie in un ambito così delicato quale è quello dell’utilizzo dei defibrillatori.”

Vero è che le sentenze vanno sempre rispettate, ma il punto focale di tutto è, e rimane, il “delicato utilizzo” del DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO: cioè la “competenza” di premere un tasto (quello di shock), di un apparecchio in grado di diagnosticare la presenza di una FV o TV nel paziente e guidare passo, passo il soccorritore. Un gesto banale, quanto semplice se rapportato al resto delle manovre di RCP che vengono insegnate al corso BLS. Personalmente ho sempre sostenuto la tesi che: è più facile utilizzare un DAE, che preparare un caffè, in quanto al momento dell’attivazione quest’ultimo elettrodomestico a differenza del defibrillatore, non ti spiega attraverso opportuni comandi vocali e visivi la sequenza delle operazioni che devi eseguire, e neanche ti avverte in anticipo se è guasto e non funzionerà al momento dell’utilizzo. Per cui se non ti leggi il manuale delle istruzioni o qualcuno non ti spiega il funzionamento, il caffè lo prendi al Bar.

Con questo nessuno vuole mettere in discussione la necessità di garantire una formazione e un addestramento di qualità, ma se l’obiettivo primario è quello di aumentare la consapevolezza e il numero dei soccorritori occasionali, certamente questa non è la giusta strada.

Qui la sentenza del Consiglio di Stato N. 08431/2020REG.PROV.COLL.

Dott. Stefano Mazzei

Dott. Stefano Mazzei

Laureato in scienze dell'educazione e della formazione, è il fondatore di Salvamento Academy, azienda specializzata in corsi di alta formazione in ambito sanitario.

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