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Università di Adelaide: prevenire l’annegamento migliorando la segnaletica di sicurezza in spiaggia.

Una ricerca condotta dal ricercatore dell’Università di Adelaide, il Prof. Masaki Shibata, ha esaminato il modo in cui l’attuale segnaletica di sicurezza sulle spiagge viene interpretata sia dai bagnanti nati all’estero che dai cittadini australiani. Lo studio evidenzia come i miglioramenti alla segnaletica di sicurezza in spiaggia potrebbero prevenire gli annegamenti in futuro. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Safety Science ed è stato presentato al National Water Safety Summit tenuto da Royal Life Saving e Surf Life Saving Australia. 

Il Dottor Shibata, afferma che “secondo il National Coastal Safety Report 2022, dal 2012 al 2022 sono stati registrati 939 decessi per annegamento sulle coste australiane, quasi la metà dei quali erano bagnanti nati all’estero. Tuttavia, le 939 vittime erano solo di persone il cui continente di nascita era noto, quindi il numero totale di annegamenti è in realtà più alto“.

Nel 2020-2021 sono stati poi segnalati 136 decessi per annegamento costiero in Australia, quasi la metà dei quali erano bagnanti nati all’estero. Alla luce di queste statistiche, questo studio esplora il modo in cui i bagnanti, compresi i bagnanti nati all’estero, vedono e interpretano l’attuale segnaletica di sicurezza sulla spiaggia esistente a Bondi Beach a Sydney, in Australia.

Nell’ambito della sua ricerca, il Dottor Shibata ha perciò raccolto informazioni da circa 170 interviste con i bagnanti su come interpretavano la segnaletica, e questo nell’arco di 10 giorni tra l’8 febbraio e il 21 marzo. I sondaggi comprendevano risposte chiuse con scelte multiple. I dati sono stati analizzati tramite SPSS per l’analisi descrittiva per l’indipendenza e il test Pearson Chi-Square per il significato della differenza tra i bagnanti australiani e quelli nati all’estero.

Il primo risultato è stato che circa il 50% dei nati all’estero e circa il 40% di australiani, leggono raramente o mai la segnaletica di sicurezza sulle spiagge.

Sono state analizzate 167 risposte al sondaggio (52 cittadini australiani e 116 bagnanti nati all’estero). Tra i visitatori e residenti d’oltremare esiste una notevole confusione sul significato delle bandiere, tanto che il 30,2% crede che le bandiere posizionate sulla battigia a segnalare la zona di sicurezza per la balneazione, sebbene l’indicazione fornita sia quella di “nuotare sempre tra le bandiere”, il messaggio interpretato è solo a chi crede di essere un buon nuotatore è permesso di stare in acqua tra le due bandiere!

Circa il 50% dei bagnanti australiani e internazionali crede inoltre che no flag = no swim, tradotto “nessuna bandiera, niente nuoto” significhi che quando le bandiere non sono esposte è vietato praticare il nuoto, ma possono comunque entrare in acqua a giocare, oppure camminare. Oltre a questi desolanti risultati, altri termini comunemente usati nella segnaletica da spiaggia come “shore dump e high surf “, cioè onde alte o rifiuti a terra, vengono compresi solo da meno del 30% dei bagnanti nati all’estero. I bagnanti nati all’estero, sono quelli che capiscono i termini di sicurezza in spiaggia molto meno degli australiani.

Quindi, il problema appare chiaro, come dice il Dottor Shibata “non leggere le segnalazioni, o non capirne il significato, potrebbe avere conseguenze mortali“.

Il dottor Shibata, nuotatore oceanico a livello agonistico ed ex Life guard, sta attualmente studiando e sviluppando modi efficaci per fornire conoscenze sulla sicurezza in spiaggia agli studenti internazionali iscritti alle università australiane.

Spero che i miei suggerimenti vengano presi in considerazione nella tanto necessaria revisione della segnaletica di sicurezza in spiaggia” – continua il Dott. Shibata – “che potrebbe essere migliorata includendo“:

– Messaggi nelle lingue delle persone più a rischio di annegamento costiero;

– Foto, non solo simboli, di pericoli come meduse per migliorare la messaggistica per chi non parla inglese;

– Chiara spiegazione di quale sia il pericolo come veleno o puntura;

– Codifica cromatica più chiara: molti segnali di sicurezza sono gialli mentre il rosso indica i pericoli maggiori per molte comunità”.

In Italia in linea generale l’utente medio delle spiagge è informato sulle regole e sul comportamento da tenere da una chiara cartellonistica e non solo. Nonostante la segnaletica di sicurezza adottata sui nostri litorali sia molto chiara ed esaustiva, da qui a dire che poi tali indicazioni, soprattutto l’esposizione della bandiera rossa, siano rispettate è un altro discorso. Una cosa è certa: i cartelloni da soli non bastano, perché a differenza di un adeguato servizio di salvataggio, non salvano le persone che rischiano di annegare.

Dettagli dello studio: www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0925753522003058 

Profilo del Dott. Shibata: https://researchers.adelaide.edu.au/profile/masaki.shibata

Dott. Stefano Mazzei

Dott. Stefano Mazzei

Laureato in scienze dell'educazione e della formazione, è il fondatore di Salvamento Academy, azienda specializzata in corsi di alta formazione in ambito sanitario.

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